Una madre può scegliere di non allattare al seno per propria attitudine o per reale scarsa produzione di latte o per l’esistenza di una controindicazione ad allattare al seno.
Le controindicazioni sono rare, ma fra queste le principali sono la sieropositività della madre al virus dell’AIDS ed il cancro al seno.
In questi casi si ricorrerà al latte artificiale: formule dei primi mesi e, dopo il 6° mese di vita, formule di proseguimento. Si tratta comunque di derivati dal latte di mucca trasformati, adattati, integrati per renderli quanto più simili possibile al latte materno.
Va invece evitato il latte di latteria, poiché la sua composizione è inadeguata ai bisogni nutrizionali di un bambino nel primo anno di vita e inoltre può causare carenze di ferro nel lattante.
L'impiego del comune latte vaccino fin dalla nascita è sconsigliabile, a causa della sua composizione troppo diversa da quella del latte di donna.
Le ragioni più frequenti per cui la mamma solitamente sceglie il latte artificiale (detto anche formula) sono:
- il bebè, di solito quello prematuro, ha un riflesso di suzione debole
- allattamento doloroso
- periodo di lontananza mamma-bebè
- problemi di salute della mamma che richiedono l’assunzione di medicinali incompatibili con l’allattamento
- il bisogno di tornare presto al lavoro.
Se si rendesse necessario integrare l'allattamento al seno con quello artificiale, è meglio aspettare se possibile che il bebè abbia almeno 3 o 4 settimane, perché fino ad allora sarà un po' restio ad un nuovo tipo di suzione (allattamento al seno e biberon ne richiedono due tipi diversi).
È meglio che ci sia anche qualcun altro, oltre alla mamma, a dare il biberon al piccolo in modo da evitare capricci o addirittura rifiuto di bere il latte quando la mamma non può. Quando il latte artificiale viene utilizzato solo saltuariamente, dagli un solo biberon nell'arco delle 24 ore per evitare l'interruzione della tua produzione di latte. Se devi tornare al lavoro e hai intenzione di prendere una baby-sitter, comincia a sostituire un pasto con il latte artificiale ogni 3 0 4 giorni.
Tipologie di latte artificiale
I prodotti artificiali sono concepiti per simulare al meglio il latte materno; sebbene non possano trasferire al bebè gli anticorpi, gli forniscono tutti i nutritivi necessari.
Come preparare il latte artificiale?
Il latte artificiale può essere liquido (pronto per l’uso, ma più costoso) o in polvere; in questo secondo caso, si prepara diluendo ogni 30 ml d’acqua (oligominerale o acqua di rubinetto bollita per 20 minuti) 1 misurino raso di polvere.
Si metterà prima l’acqua (multipli di 30) e poi si aggiungeranno in proporzione i misurini di latte in polvere. Biberon e tettarelle devono essere mantenuti ben puliti e vanno quotidianamente sterilizzati, solitamente con liquidi speciali o mediante bollitura.
Genericamente:
- riscaldare la bottiglia del biberon a bagnomaria, lasciando fuori la tettarella
- controllare sempre che il latte non sia troppo caldo, versandone alcune gocce sulla faccia interna del polso
- allattando, accertarsi che la tettarella sia sempre piena di latte
- controllare anche che la tettarella non sia danneggiata e che il foro di uscita sia appropriato.
L'unico accorgimento che si deve rispettare con il latte in polvere pronto per l'uso è quello di usarlo immediatamente dopo averlo aperto e conservarlo poi in frigo, dove si mantiene per 24 ore.
Anche l’alimentazione con biberon deve prevedere una certa elasticità per quantità e numero di pasti.
Le quantità di latte artificiale da dare al bambino, indicate sulle confezioni, sono, infatti, solo orientative.
Esistono altri tipi di latte artificiale in commercio (latte di soja, di riso, ipoallergici, ecc…). Il ricorso a questi tipi latte speciale deve prevedere la consultazione con il pediatra